2. Autocertificazione

28-03-2020 | quarantena

«Lascia, apro io.»
L’uomo anticipa la moglie e, con la punta della chiave, fa scattare l’interruttore che apre il portone.
«Non mi fai più toccare nulla» dice la moglie. Guarda il marito infilare la mano in un guanto del supermercato e afferrare il pomello. La pelle del dorso è sottile, incartapecorita, ricoperta da macchie dell’età. Lui le chiama lentiggini.
«Signora» dice l’uomo aprendo la porta. Fa un leggero inchino con la testa. La donna sorride. Uscendo in strada dice grazie, poi lo aspetta, si porta la sinistra al fianco e si fa prendere a braccetto.
Camminano lentamente, la città deserta. Si dicono l’un l’altra le cose che notano. I cassonetti dell’indifferenziata finalmente svuotati, i molti parcheggi liberi, l’acqua schiumosa versata sul marciapiede dal servizio di pulizie del palazzo accanto, i primi germogli verdi in punta ai rami più alti dei tigli dell’asilo, lo scoiattolo che ha guadagnato tanto coraggio da attraversare la strada. Camminano piano, a braccetto. Si sorreggono a vicenda.
«Sembra che sia sempre stato così» dice la donna.
«Perché stavamo chiusi in casa anche prima.»
«Hai già dimenticato le passeggiate al fiume?»
«Ora non riuscirei nemmeno ad andare al supermercato.»
«Non scherzare su queste cose, non mi piace.»
«Parlo delle gambe, questi sono a posto» dice l’uomo battendosi il petto con il pugno.
Svoltano l’angolo e passano oltre alla fermata del pullman.
«Se vuoi prendiamo il diciotto» propone la donna. Si fermano, guardano indietro lungo la strada e non vedono traffico.
«No, l’esercizio fa bene.»
«Possiamo fare la spesa al negozio.»
«Mi hai forse preso per un vecchio?» dice l’uomo sorridendo alla donna. «Andiamo al mercato, così puoi ficcare il naso in giro.»
«Ma se sei tu quello che sa tutto di tutti.»
«Lo faccio solo per tenerti informata.»
«Che sciocco che sei.»
«Qualsiasi cosa per tenerti allegra.»
Riprendono il cammino. Un ragazzo esce da un portone, la maschera sul viso. Si fermano e si accostano alle serrande del bar. Il ragazzo passa oltre tenendosi sul ciglio del marciapiede. È veloce e getta loro un’occhiata di sbieco.
«Poveretti» dice la donna. «A quell’età, chiusi in casa tutto il giorno.»
Girano un altro angolo e vedono un’auto della polizia accostata oltre l’incrocio.
«Poveretti quelli che devono lavorare» dice l’uomo facendo un cenno verso la pattuglia.
Si avvicinano lentamente e, al semaforo, attraversano la strada. Uno degli agenti va loro incontro. Indossa una mascherina con il filtro e dei guanti di lattice.
«Buongiorno» dice.
«Buongiorno» rispondono entrambi. La donna stringe il braccio al marito per fermarlo prima che si avvicini troppo.
«Dove state andando?»
«Al mercato» dice l’uomo.
«Insieme?»
Annuiscono.
«Lo sapete che si può uscire solo uno per volta?»
«Mio marito da solo non ce la fa.»
«Allora esca lei.»
«Ci aiutiamo l’un l’altro. A questa età è difficile.»
«Non avete nessuno che vi possa dare una mano?»
«Nostra figlia abita a Roma.»
«Capisco. Ce l’avete il modulo?»
«Certo» dice la donna. Libera il braccio da quello del marito, apre la borsetta e ne tira fuori un foglio piegato in quattro. «È già compilato, devo aggiungere solo la data.»
L’agente spiega il foglio e lo scorre rapidamente.
«Questo modulo non è più valido» dice.
«Ma ce l’ha stampato ieri il tabaccaio» dice l’uomo.
«È stato aggiornato.»
«Di nuovo?»
L’uomo guarda la moglie. Sembra smarrito.
«Questo non va proprio bene?» chiede la donna.
«No, questo non va. Aspettate un attimo.»
L’agente si gira e si china nel bagagliaio della macchina.
«Non ci capisco più nulla» dice l’uomo. La donna lo riprende a braccetto.
«Questo è quello aggiornato» dice l’agente porgendogli il foglio.
«Devo compilarlo?»
«No, signora, tenetelo pure. Per questa volta va bene, ma ora tornate a casa.»
«E la spesa?»
«Il supermercato consegna a domicilio a chi ha più di sessantacinque anni.»
«Ma il mercato è la dietro» dice l’uomo.
«Non so se vi siete resi conto della situazione. C’è gente che muore. State a casa.»
«Guardi che noi le rispettiamo le regole.»
«Tornate a casa, chiamate il supermercato.»
L’uomo vuole intervenire di nuovo, ma la donna lo strattona per l’avambraccio.
«Vieni, andiamo via» dice.
«Ma ti sembra giusto?» guarda il poliziotto avvicinarsi all’altro agente. Scuotono la testa.
«Ci trattano come criminali» dice l’uomo.
«Lasciali perdere, andiamo a casa.»
«A casa?» L’uomo si volta verso la moglie. Ha gli occhi che chiedono di darle retta. L’uomo li guarda e si calma.
«Va bene» si arrende.
Aspettano il verde e attraversano di nuovo la strada deserta. Girano l’angolo e la moglie gli chiede se si ricorda i tempi della fabbrica.
«Odiavi tutti quelli che ti dicevano cosa fare. Il capo reparto, il sindacato, il partito. Però poi facevi quello che ti dicevano.»
«Perché aveva un senso.»
«Anche ora ci sarà un senso.»
«E quale?» dice l’uomo sventolando l’autocertificazione. «Rispettiamo ogni regola, ma poi ognuno comanda come vuole.»
Tornano verso casa camminando lenti, a braccetto, tenendosi stretti.


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