1. Americano

25-03-2020 | quarantena

La scossa gelata gli anestetizza la mano. Afferra la vaschetta anche con l’altra e si gode l’impatto sensoriale. Lascia che il freddo risalga le dita, si allarghi sui palmi e gli solletichi i polsi. Guarda la condensazione formare gocce pesanti sull’acciaio inossidabile, scendere e rigarne la superficie. Guarda l’acciaio ricoprirsi di goccioline e striature d’acqua e diventare lucido. Quello è il momento in cui il freddo diventa umidità. L’umidità gli dà fastidio. Non c’è impatto nell’umidità.

Chiude con una spallata lo sportello del freezer e appoggia la vaschetta sul ripiano in pietra della cucina. La pietra ruvida e grigia del ripiano, il grande tagliere d’ulivo, la vaschetta in acciaio inossidabile. Pietra, legno e metallo. Con la destra tiene ferma la vaschetta, con la sinistra tira la leva verso l’alto. Il divisore metallico si stacca con un rumore secco e libera i cubi di ghiaccio. Posa il divisore e prende una manciata di cubi. Il freddo gli provoca una nuova scossa. I cubi si incollano alla pelle. Lascia cadere il ghiaccio nel tumbler e si asciuga le mani con il canovaccio. Prende il Campari, svita il tappo e lo versa nel bicchiere. Si ferma sotto la metà. Apre la bottiglia di Martini e ne aggiunge la stessa quantità, il granata del vermut che scivola sui cubi ghiacciati e si mescola con il rosso acceso del bitter. Guarda i colori miscelarsi e le striature oleose formarsi e intorbidire il liquido. Apre il frigo e prende la bottiglia di seltz. Ne spruzza quanto basta per riempire il bicchiere. Il seltz pressurizzato spacca la superficie del liquido e lo fa frizzare. Prende dalla ciotola di ceramica un’arancia, la divide in due e ne taglia una fetta a metà. Mette lo spicchio nel tumbler, in verticale, infilandolo fra i cubi di ghiaccio. Prende un limone e il coltello affilato e sottile del pesce. Taglia una scorza lunga e la lascia cadere nel bicchiere. Solleva il tumbler e se lo porta al viso. Lo guarda controluce, davanti alla finestra. Guarda le bollicine risalire fra i cubi di ghiaccio, le onde oleose librarsi a metà altezza, il colore rosso che non riesce a definire, la scorza di limone appiattita contro il vetro e la schiuma ritirarsi velocemente dalla superficie. Guarda il bicchiere e rinvia il piacere.

Va in salotto, si siede sul divano e accende la televisione. La conferenza stampa è iniziata. Borrelli non c’è. Un uomo con la maglia della Protezione Civile dice che per un senso di responsabilità e precauzione è tornato a casa. Ha sintomi febbrili e una leggera afonia. Chiama Borrelli dottore e la sua casa domicilio. Ha capelli e barba bianchi. Lo guarda parlare, lo ascolta snocciolare i numeri. Stende le gambe davanti a sé e si porta il bicchiere alle labbra. I cubetti di ghiaccio si spostano e la fetta d’arancia ruota verso la bocca. Schiude le labbra e lascia scorrere il liquido fresco sulla lingua.

Il sapore amaro sale al palato e lo fa stare bene.


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