5. Inps

07-04-2020 | quarantena

L’email è stata generata automaticamente.
Lo chiama gentile utente.
Dice che la sua domanda di indennità COVID19 è stata ricevuta.
È datata al sette aprile.
Riporta il codice identificativo della pratica. È un numero a sette cifre. Coincide con la sua posizione in ordine di richiesta. Ha due milioni e trecentomila partite IVA che lo precedono. Congela burocraticamente il momento in cui il sito dell’INPS si è decongestionato e lui è riuscito a collegarsi, si è accreditato tramite carta d’identità elettronica, ha cliccato sui link, ha navigato le pagine html, ha compilato un formulario e ha scaricato la conferma in formato pdf. Congela l’istante in cui, dopo oltre ventiquattrore di tentativi falliti e di pagine con testo grassetto centrato che avverte del blocco del sistema, è riapparsa l’home page. Congela il momento in cui, con le mutande alle ginocchia e il cellulare in mano, seduto sulla tazza a sforzare lo sfintere per defecare i rifiuti gastronomici da quarantena, è riuscito ad accedere al portale e a richiedere il bonus da 600 euro, contributo una tantum.

Sente il caffè salire. Si alza e chiude il gas. Apre il cassetto della cucina, prende un cucchiaino, solleva il coperchio della caffettiera e mescola il caffè. Lo versa in una tazzina, esce sul balcone e si fa accarezzare dal sole. Aspetta che il caffè si raffreddi. Non vuole ustionarsi la lingua. Non vuole cedere, portarsi la tazzina alle labbra, bere il caffè e bruciarsi. Deve aspettare che il caffè si raffreddi. Poi lo può bere. Lentamente. Lo può bere guardando dal balcone e lasciando che il sole gli accarezzi il volto. Guarda in strada la gente in fila davanti alla farmacia. La fila corre lungo il marciapiede, accanto alle auto parcheggiate. Conta otto persone. Stanno distanziate. A metà una donna è girata in senso contrario e parla con l’uomo dietro.
Guarda la fila, aspetta che il caffè si raffreddi e pensa che la mail dell’INPS non aggiunge nulla. Gli riporta un identificativo che già conosce. Ha già la conferma in formato pdf. Non comunica nulla di nuovo. Sono passati cinque giorni da quando ha fatto la richiesta. Dal due aprile, fascia oraria riservata ai cittadini, al sette aprile. Ancora non sa quando gli verrà erogata l’indennità. Tutto quello che riceve è una comunicazione ridondante di quattro righe, carattere blu, formattazione incerta. Manca un punto, manca un a capo, l’ultima riga è unita a quella precedente senza spazio di separazione e ha una dimensione inferiore del carattere.
Pensa all’approssimazione di tutto ciò e al conto in banca drammatico. Guarda una persona della fila entrare in farmacia, la fila avanzare di un paio di metri e la donna tornare a voltarsi per parlare con l’uomo. Si porta la tazzina alle labbra. Soffia piano. Il caffè si increspa di minuscole onde. Beve un sorso. Non si ustiona. Il caffè è buono. È buono ed è amaro.
Sa che non è vero che la nostra lingua sia divisa in zone del gusto.


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